Stella


IO VOTO L’ONOREVOLE ANGELINA
ottobre 21, 2009, 10:29 am
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Chi è l’onorevole Angelina? E’ il titolo di un film. Purtroppo nella rete non c’è la parte finale, vi assicuro, si tratta di uno dei più grandi film di impegno politico che abbia mai visto (al netto di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”).

Ecco l’avrei tanto votata Angelina, splendidamente interpretata da una delle donne più belle del cinema mondiale, Anna Magnani. Angelina che faceva politica per quelli della borgata, Angelina che non volle diventare onorevole. Vi assicuro vale la pena vedere questo film.

Attraversiamo un periodo segnato dai pensieri in libertà.  Quando leggo che Tremonti si lancia nell’elogio del posto fisso mi incazzo perché dico: “Ma cavolo non poteva dirlo uno tra Marino, Franceschini e Bersani?!” Poi mi fermo un attimo e mi viene in mente un film con Verdone e Sordi, “Troppo forte”, nel quale Sordi interpreta  l’avvocato Gian Giacomo Pignacorelli. Ecco Tremonti mi ricorda proprio questo straordinario personaggio, che un giorno era un grande giurista e il giorno dopo un ballerino di danza classica.

In questi giorni vi staranno sicuramente arrivando decine di mail con inviti a votare per Franceschini, per Bersani o per Marino, variamente condite da appelli strappa lacrime a far eleggere qualcuno all’assemblea nazionale o regionale.

Ho la fortuna di essere inserito nella mailing list di uno dei pochi, forse pochissimi che pensano (oddio che parolaccia…..PENSARE). Costui, questo strano individuo che pensa si chiama Walter Tocci. Lui sostiene Bersani, ma è uno di quelli che quando ti chiede di condividere una sua idea non ti manda la solita letterina tipo campagna “Vota Antonio”, lui si sforza di farti pensare. E così mi limito ad allegarvi un ragionamento sul senso della politica, della sinistra, delle primarie, dei partiti, della democrazia che lui ha avuto la cortesia di mandarmi. Vi prego leggete.

Purtroppo al pensiero libero e pulito di Tocci ( a cui aggiungo un altro esponente della mozione Bersani, che personalmente pagherei per ascoltare, mi riferisco a Gianni Cuperlo, vi prego rivedetevi l’ultima puntata del programma di Lerner) che coerentemente ha deciso di sostenere Bersani, corrispondono fatti che un altro sostenitore di Bersani, Nando Dalla Chiesa, ha raccontato sul suo blog. Nando aveva deciso di impegnarsi in Sicilia, candidandosi nella lista a sostegno dell’ex Ministro. Fatto sta che al momento della chiusura delle liste il suo nome (ripeto “Dalla Chiesa”, che qualcosa da quelle parti evoca!) è sparito per volontà del potente locale di turno che capeggia la mozione Bersani.

Ecco le due facce della mozione Bersani. Da un lato l’evidente superiorità culturale della mozione che si propone di dare “un senso a questa storia”, dall’altro l’altrettanto evidente strapotere delle nomenclature e burocrazie partitocratriche che splendidamente interpretano l’amara seconda strofa della canzona di Vasco “anche se questa storia un senso non ce l’ha”.

Dalla galassia franceschiniana arrivano appelli più “terra terra”, a cavallo tra il giovanilistico aperitivo  rivisto e aggiornato nelle “pillole” di Sassoli, fino ai più pragmatici appelli a non tornare indietro e quindi a sostenere il candidato che è sostenuto dagli ultimi segretari rispettivamente dei DS e della Margherita, che è sostenuto dai teodem e al contempo dalla “giovane” (ha 38 anni!!!) promessa del PD, ovvero la cuor di leone Serracchiani. Franceschini gode di tutta la mia simpatia e stima, ha dimostrato che talvolta il vice è molto più capace, preparato e coraggioso del capo, ma il punto è tutto lì. Dario resta il vice di uno, Veltroni, a cui tanti di noi avevano onestamente creduto. Al contrario, però, lui non ha creduto in noi. Purtroppo quando parlo di Veltroni non riesco ad essere lucido, perché io c’avevo proprio creduto…….

Marino è il più bello, il più bravo e il più preparato. Il suo dramma sta proprio in tutti questi superlativi. Lui rappresenta l’Italia più bella, più brava e più preparata, ovvero è e sarà sempre (diciamo almeno per i prossimi 20/30 anni) rappresentate di quella minoranza (di cui io stesso mi sento di fare integralmente parte, salvo alcune sfumature) che guarda all’Italia non per quella che è ma per quella che noi vorremmo che fosse. Basta vedere la distribuzione dei suoi consensi nei congressi di circolo per capire che si tratta di un voto di gente con una cultura medio alta, metropolitano e polarizzato su alcune sacrosante battaglie di principio.

E quindi che propongo? Come voto?

Credo che la candidatura di Marino sia l’unica capace di lanciare un segnale di malessere alla dirigenza del PD, e non è un caso che a raccogliere questo malessere sia un medico! Il dramma è che non si può campare di malessere in malessere, a questo punto serve una cura rapida e Marino non è in grado di offrirla, almeno per ora. In più, la sfida di Marino, trattandosi di una battaglia prima di tutto culturale ed etica, meritava una strategia con tempi più lunghi, contingentarla in un dibattito congressuale (per quanto sia il congresso più lungo della storia….) ne ha limitato l’oggettiva carica rivoluzionaria.

Sinceramente avverto, ancora una volta, l’assenza di una diversa opzione politica alla quale affidare entusiasmo e rappresentanza. Ancora una volta non si vede una “nuova generazione”, non intesa solo in senso anagrafico, capace di rompere con la classe dirigente degli ultimi 15 anni. Manca il coraggio di coloro che potevano e dovevano impadronirsi del PD. Impadronirsene con il coraggio di imporre una classifica di priorità fondata sulle reali esigenze degli italiani, ma quelli che soffrono. Impadronirsene con il coraggio di rompere senza indugio con tutti quelli dal cui nome è derivata una corrente, tutti, nessuno escluso. Impadronirsene con il coraggio di denunciare “senza se e senza ma” i ristagni di illegalità che troppo spesso hanno colpito anche la nostra parte politica. Impadronirsene con il coraggio di dire chiaramente che in questo Paese occorre sbilanciare pesantemente la bilancia sociale verso le nuove generazioni. Impadronirsene con il coraggio di chi non ha paura di essere e definirsi di sinistra. Impadronirsene con il coraggio di interpretare i necessari mutamenti delle moderne democrazie rappresentative, sempre più aperte al coinvolgimento diretto dei cittadini. Impadronirsene con il coraggio di fare una battaglia “per” la Costituzione e per la piena attuazione di tutto quello che in essa è contenuto e dolosamente omesso nella concretezza di tutti i giorni.

In conclusione, sarà giusto votare sia per Bersani che per Franceschini o per Marino, ciò che non è giusto fare è non esserci, non votare, non andare nei gazebo. Solo dal PD potrà venire l’unica alternativa di governo per questo Paese allo sbando. Dico questo perché mi sento un democratico libero non inscatolato in questa o quella corrente, nel senso che talvolta mi sono davvero schifato di talune scelte o omissioni della dirigenza del PD, ma proprio per questo non vedo altre alternative oltre al Partito Democratico stesso.

Il Partito democratico è il progetto politico più vivisezionato della storia dei partiti occidentali. Personalmente ne ho colto il valore esclusivo alcuni mesi fa. Mi trovavo a Reggio Emilia per presentare il mio piccolo libro sulla Costituzione. Il dibattito, organizzato dall’ANPI locale, si svolgeva nell’ambito della Festa dell’Unità. Ci trovavamo in uno di quei grandi gazebo bianchi. Ad un certo punto , ho notato dietro di me, attaccata alla plastica rigida che chiudeva l’area del dibattito una lumaca, ostinatamente attaccata a quella plastica. Ecco, il PD è proprio come quella lumaca. Lento, affaticato, spesso disorientato, ma c’è, esiste, vuole andare avanti e guai se non ci fosse.

Andiamo a votare, comunque la si pensi, ne vale la pena. E’ un modo semplice per ridare un po’ di dignità alla nostra democrazia, violentata da Berlusconi che ha risfoderato l’arma contro la Costituzione Repubblicana.

Chiudo su questo, perché è parte fondamentale del mio impegno politico e civile. Prepariamoci ad una nuova battaglia per difendere la nostra Costituzione, per spiegare a tutti i cittadini che la democrazia è una cosa complessa e articolata ed è bella proprio per questo, perché non può riassumersi nel potere incontrastato di un solo uomo. Io personalmente lo faccio con i bambini delle scuole elementari, perché è a loro che affido la speranza di un domani diverso, più che ai giovani under 30 come me.

Infine, spero che il prossimo segretario del PD non ceda a nessun tentativo di dialogo con Berlusconi, sarebbe mortale per il PD e per la nostra Repubblica.


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