Stella


Insieme per la Costituzione
gennaio 13, 2010, 11:44 am
Filed under: Uncategorized

“Giovani confidate nell’Italia. Confidate nella sua fortuna se sarà sorretta dalla vostra disciplina e dal vostro coraggio: confidate nell’Italia che deve vivere per la gioia e il decoro del mondo, nell’Italia che non può cadere in servitù senza che si oscuri la civiltà delle genti. In questo giorno 9 novembre dell’anno 1943 in nome di questa Italia dei lavoratori, degli artisti, degli scienziati, io dichiaro aperto l’anno 722° dell’Università padovana”. Con queste parole Concetto Marchesi inaugurò l’anno accademico dell’Università di Padova, aprendolo non nel nome del Re e del regime ma del popolo italiano. Pochi giorni dopo il grande latinista e futuro membro dell’Assemblea Costituente si dimise da Rettore con parole durissime contro il regime fascista. Dico in premessa che non intendo usare questa citazione per sostenere che in Italia ci sia un dittatura, anzi reputo profondamente sbagliata una tale affermazione. Piuttosto uso le parole di Marchesi, quell’esortazione ai giovani che lui fa, per rivolgermi ai tanti miei coetanei impegnati in iniziative sociali, civili e politiche. Scrivo a questo vasto e ricco mondo di ragazze e ragazzi per chiedere un duplice impegno. Il Primo. Essere giovani in questo Paese non è cosa semplice, molti accreditati osservatori economici, tra questi Tito Boeri, chiaramente stanno denunciando che sono le nuove generazioni a pagare il prezzo più alto della crisi economica in atto. La funzione dei ragazzi impegnati a vario titolo e modo nella comunità politica e sociale è duplice: da un lato, lottare per ridurre le diseguaglianze sostanziali che affliggono la nostra generazione, dall’altro, immaginare un radicale cambiamento della democrazia nel nostro Paese. Proprio in relazione a questo secondo obiettivo è facile osservare che lo stato di salute della democrazia italiana non sia dei migliori. La democrazia si è via via ridotta ad un rapporto diretto ed unilaterale tra “Capo” e “popolo” determinando così la morte di tutte le istanze intermedie, funzionali ad un sano sviluppo di una democrazia matura. Ogni questione di interesse generale diventa una prova muscolare tra buoni e cattivi, tra guelfi e ghibellini, tra chi sta con il “Capo” e chi contro di lui. Una democrazia ridotta ai minimi termini, banalizzata, tutta concentrata sui vizi e le virtù di un capo piuttosto che di un altro, il tutto centrifugato dai palinsesti televisivi che fanno la vera cultura italiana. Una democrazia sempre più illiberale, sia nel campo delle libertà civili che in quello economico dove troppo spesso l’interesse corporativo soffoca la libera determinazione del futuro professionale di migliaia di giovani. Imputare tale degenerazione al solo Silvio Berlusconi è da sciocchi, lui ha dato un contributo determinante ma quantomeno su tutti gli altri attuali protagonisti della vita politica italiana pesa una grave e dolosa omissione, se non addirittura una piena condivisione di tale degenerazione. Di fronte a questo scenario occorre riflettere e condividere un comune sforzo per ridare pieno significato alla parola democrazia, sottraendola alle sabbie mobili della sua banalizzazione. Se da un lato internet e i social network possono fungere da detonatore per una riappropriazione della democrazia, dall’altra però occorre recuperare il valore dei luoghi fisici nei quali si fa materialmente la democrazia e dei metodi propri di essa che non si esauriscono nel circuito della rappresentanza, guardando alle nuove forme di democrazia partecipata sino alla dimensione della cittadinanza attiva che su circoscritti ambiti del vivere sociale si fa Stato. Il secondo invito che faccio è da inquadrare nella battaglia per la piena attuazione della Costituzione, declinando in senso propositivo questo impegno, evitando in tal modo di recintarsi dentro una mera attività di difesa. La Costituzione andrà difesa nel momento in cui ci saranno interventi legislativi che ne colpiranno i principi irrinunciabili. Tra questi c’è la forma repubblicana del nostro Stato, la centralità del Parlamento, la sovranità popolare nelle forme e nei limiti stabiliti dalla stessa Carta, il riconoscimento e la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo, l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, la libera manifestazione del pensiero, la centralità del lavoro sia esso dipendente o autonomo. Di fronte a possibili stravolgimenti di taluno di questi principi, la risposta dovrà essere ferma e netta, ma compito di chi, giovane, si impegna nella e per la comunità dovrà essere anche di realizzare quelle parti della Costituzione che fino ad oggi sono rimaste inapplicate nella vita di tutti i giorni. Un tale duplice invito deve per sua natura rivolgersi a tutti, non essendo ammissibile l’evocazione di una sorta di “partito” della Costituzione. La Carta è di tutti gli italiani e nessuno può usarla come vessillo “di parte”. Tanto più se la si vuole difendere, bisogna prima di tutto rivendicare la valenza trasversale ed universale del suo contenuto. Spero che presto si possa arrivare ad un manifesto generazionale per la democrazia e la Costituzione. *www.giovaniperlacostituzione.it



IO VOTO EMMA!
gennaio 7, 2010, 3:21 PM
Filed under: Uncategorized

A rigà, le chiacchiere stanno a zero, la Bonino è un’ottima candidata, non condivido tante sue posizioni, ma dopo la vicenda Marazzo è l’unica che può far dimenticare il caso Marrazzo.

Vai e in bocca al lupo



SULLA QUESTIONE CARCERARIA
dicembre 31, 2009, 9:11 am
Filed under: Uncategorized

L’articolo 27 della Costituzione vuole che la pena tenda alla rieducazione del condannato.

Questa è una di quelle disposizioni costituzionali che non trovano una puntuale applicazione nella realtà.

In questi giorni si parla tanto di riforme della giustizia, si ragiona di diverse proposte: il c.d. processo breve, l’introduzione del legittimo impedimento, la separazione delle carriere dei magistrati e la riproposizione del “lodo” Alfano per via costituzionale. E’ lecito discutere di tutto questo, ma è molto grave che la condizione carceraria e le modalità di espiazione della pena non rientrino tra le priorità dell’agenda delle riforme della Giustizia.

La foto della realtà carceraria è drammatica. Il numero dei detenuti è tornato ai livelli precedenti all’indulto del 2006. Nel corso degli ultimi mesi si sono verificati episodi di violenza ai danni di detenuti senza che si siano prontamente individuati i responsabili. Alcuni giorni fa è morto un detenuto di colore nel carcere di Castrogno in provincia di Teramo che aveva assistito al pestaggio di un altro carcerato del medesimo penitenziario. Sulla morte di Rudra Bianzino nel carcere di Perugia, l’accertamento delle responsabilità è finito con l’archiviazione da parte del GIP. Sul caso Cucchi a tutt’oggi regna l’incertezza assoluta. Il numero dei suicidi va crescendo sempre più. Molti dei detenuti sono persone in attesa di giudizio, pertanto da considerarsi a tutti gli effetti degli innocenti. Infine l’organico della polizia penitenziaria è costantemente in deficit, per non parlare di quello degli educatori.

Di fronte ad uno scenario di questo genere servirebbero provvedimenti eccezionali.

Ecco alcune proposte:

1)      L’indulto del 2006 fu un provvedimento monco, in assenza di un’amnistia riguardante i medesimi reati oggetto dell’indulto, ha prodotto il paradossale effetto di far comunque celebrare i processi pur nella consapevolezza che gli eventuali colpevoli non avrebbero mai più scontato la pena.

2)      La politica penalistica di continua espansione delle fattispecie di reato ha sistematicamente alimentato l’aumento dei detenuti, in tal senso esempio emblematico è l’introduzione prima dell’aggravante di clandestinità e poi del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio italiano. Bisognerebbe tornare al principio di stretta necessità ed eccezionalità del ricorso alla sanzione penale nella gestione dei conflitti presenti nella società. Introdurre nuovi reati per poi vederli sistematicamente violati produce il doppio effetto negativo di pesare sulla la macchina giudiziaria e impedire un puntuale e circoscritto accertamento delle responsabilità.

3)      La popolazione carceraria è composta in larga parte da persone indigenti, prive dei necessari mezzi di difesa, fattore che di fatto impedisce a molti di loro di accedere ai benefici concessi dalla legge. Taluni di questi benefici dovrebbero scattare automaticamente con il ricorrere dei criteri applicativi richiesti dalla legge, senza aspettare l’azionabilità da parte del detenuto o, più spesso, da parte del suo legale.

4)      Bisogna rivedere l’applicazione del regime della misura cautelare in carcere, onde evitare che questa diventi una forma anticipata di espiazione della pena in assenza di una condanna, in particolare con riguardo agli incensurati.

5)      Bisogna prevedere una depenalizzazione di taluni reati, con particolare riferimento alla detenzione di modiche quantità di droga. Sarebbe opportuno pensare a misure alternative alla detenzione in carcere, escludendo, almeno per i soggetti incensurati, la reclusione e sostituendola con gli arresti domiciliari.

Queste sono 5 proposte a “costo zero” che consentirebbero di alleggerire il numero dei detenuti presenti nelle carceri italiane, di garantire condizioni normali a coloro che scontano la pena detentiva, di non configgere con la legittima e giusta aspettativa di giustizia da parte delle vittime dei reati.



GRILLO E LA DEMOCRAZIA
dicembre 22, 2009, 10:21 am
Filed under: Uncategorized

Su “La stampa” di oggi c’è un articolo fondamentale per chi ama il diritto costituzionale e più in generale la filosofia del diritto. Si parla di Beppe Grillo e dei grillini bolognesi. Questi ultimi hanno denunciato la mancanza di trasparenza nella scelta dei candidati dalle liste civiche di Beppe Grillo per le prossime elezioni regionali. Fantastico, l’alfiere della “vera” democrazia 2.0, il cavaliere senza macchia rischia di cadere per le stesse accuse che muove contro i “vecchi” partiti, contro la casta.

Dovrebbe farci riflettere, incluso il sottoscritto.

Considero Grillo una risorsa e al tempo stesso un grave pericolo per la nostra demmocrazia.

Una risorsa perchè in questi anni ha portato l’attenzione di molti italiani su temi particolarmente importanti, penso alla questione ambientale ed energetica, penso alle battaglie civili a sostegno della famiglia Aldrovandi e Bianzino. Insomma Grillo innegabilmente ha dei meriti.

Un pericolo, perchè manca totalmente di una cultura delle regole, essenzialmente l’unica regola che riconosce, nasce e si fonda sulla sua persona e sostanzialmente recita così: Io sono la verità e il Messia che salverà questo Paese alla deriva. Grillo è l’altra faccia del populismo di destra più autentico, una sorta di fasciodemocrazia, di nazionalpopulismotecnologizzato, insomma un soggetto potenzialmente pericoloso, incapace di utilizzare un linguaggio normale sempre portato al massimo dell’esasperazione.

Adesso sarà interessante vedere quale sarà la risposta di Grillo alle critiche che arrivano dalla sua stessa base.

Mi è facile profetizzare che gridare al complotto de “La Stampa” contro il suo movimento di libertà, per l’amore e contro l’odio……..mi ricorda qualcuno.



IL PAESE VERO
dicembre 18, 2009, 9:11 am
Filed under: Uncategorized

Ieri sono stato ad Afragola per presentare il mio libro. Avevo di fronte me un centinaio di quindicenni che avevano letto il mio scritto. E’ stato l’incontro più bello fatto fino ad oggi. Girare questo Paese ti consente di capire la ricchezza che c’è. Ed è tanta.



IO VOTO L’ONOREVOLE ANGELINA
ottobre 21, 2009, 10:29 am
Filed under: Uncategorized

Chi è l’onorevole Angelina? E’ il titolo di un film. Purtroppo nella rete non c’è la parte finale, vi assicuro, si tratta di uno dei più grandi film di impegno politico che abbia mai visto (al netto di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”).

Ecco l’avrei tanto votata Angelina, splendidamente interpretata da una delle donne più belle del cinema mondiale, Anna Magnani. Angelina che faceva politica per quelli della borgata, Angelina che non volle diventare onorevole. Vi assicuro vale la pena vedere questo film.

Attraversiamo un periodo segnato dai pensieri in libertà.  Quando leggo che Tremonti si lancia nell’elogio del posto fisso mi incazzo perché dico: “Ma cavolo non poteva dirlo uno tra Marino, Franceschini e Bersani?!” Poi mi fermo un attimo e mi viene in mente un film con Verdone e Sordi, “Troppo forte”, nel quale Sordi interpreta  l’avvocato Gian Giacomo Pignacorelli. Ecco Tremonti mi ricorda proprio questo straordinario personaggio, che un giorno era un grande giurista e il giorno dopo un ballerino di danza classica.

In questi giorni vi staranno sicuramente arrivando decine di mail con inviti a votare per Franceschini, per Bersani o per Marino, variamente condite da appelli strappa lacrime a far eleggere qualcuno all’assemblea nazionale o regionale.

Ho la fortuna di essere inserito nella mailing list di uno dei pochi, forse pochissimi che pensano (oddio che parolaccia…..PENSARE). Costui, questo strano individuo che pensa si chiama Walter Tocci. Lui sostiene Bersani, ma è uno di quelli che quando ti chiede di condividere una sua idea non ti manda la solita letterina tipo campagna “Vota Antonio”, lui si sforza di farti pensare. E così mi limito ad allegarvi un ragionamento sul senso della politica, della sinistra, delle primarie, dei partiti, della democrazia che lui ha avuto la cortesia di mandarmi. Vi prego leggete.

Purtroppo al pensiero libero e pulito di Tocci ( a cui aggiungo un altro esponente della mozione Bersani, che personalmente pagherei per ascoltare, mi riferisco a Gianni Cuperlo, vi prego rivedetevi l’ultima puntata del programma di Lerner) che coerentemente ha deciso di sostenere Bersani, corrispondono fatti che un altro sostenitore di Bersani, Nando Dalla Chiesa, ha raccontato sul suo blog. Nando aveva deciso di impegnarsi in Sicilia, candidandosi nella lista a sostegno dell’ex Ministro. Fatto sta che al momento della chiusura delle liste il suo nome (ripeto “Dalla Chiesa”, che qualcosa da quelle parti evoca!) è sparito per volontà del potente locale di turno che capeggia la mozione Bersani.

Ecco le due facce della mozione Bersani. Da un lato l’evidente superiorità culturale della mozione che si propone di dare “un senso a questa storia”, dall’altro l’altrettanto evidente strapotere delle nomenclature e burocrazie partitocratriche che splendidamente interpretano l’amara seconda strofa della canzona di Vasco “anche se questa storia un senso non ce l’ha”.

Dalla galassia franceschiniana arrivano appelli più “terra terra”, a cavallo tra il giovanilistico aperitivo  rivisto e aggiornato nelle “pillole” di Sassoli, fino ai più pragmatici appelli a non tornare indietro e quindi a sostenere il candidato che è sostenuto dagli ultimi segretari rispettivamente dei DS e della Margherita, che è sostenuto dai teodem e al contempo dalla “giovane” (ha 38 anni!!!) promessa del PD, ovvero la cuor di leone Serracchiani. Franceschini gode di tutta la mia simpatia e stima, ha dimostrato che talvolta il vice è molto più capace, preparato e coraggioso del capo, ma il punto è tutto lì. Dario resta il vice di uno, Veltroni, a cui tanti di noi avevano onestamente creduto. Al contrario, però, lui non ha creduto in noi. Purtroppo quando parlo di Veltroni non riesco ad essere lucido, perché io c’avevo proprio creduto…….

Marino è il più bello, il più bravo e il più preparato. Il suo dramma sta proprio in tutti questi superlativi. Lui rappresenta l’Italia più bella, più brava e più preparata, ovvero è e sarà sempre (diciamo almeno per i prossimi 20/30 anni) rappresentate di quella minoranza (di cui io stesso mi sento di fare integralmente parte, salvo alcune sfumature) che guarda all’Italia non per quella che è ma per quella che noi vorremmo che fosse. Basta vedere la distribuzione dei suoi consensi nei congressi di circolo per capire che si tratta di un voto di gente con una cultura medio alta, metropolitano e polarizzato su alcune sacrosante battaglie di principio.

E quindi che propongo? Come voto?

Credo che la candidatura di Marino sia l’unica capace di lanciare un segnale di malessere alla dirigenza del PD, e non è un caso che a raccogliere questo malessere sia un medico! Il dramma è che non si può campare di malessere in malessere, a questo punto serve una cura rapida e Marino non è in grado di offrirla, almeno per ora. In più, la sfida di Marino, trattandosi di una battaglia prima di tutto culturale ed etica, meritava una strategia con tempi più lunghi, contingentarla in un dibattito congressuale (per quanto sia il congresso più lungo della storia….) ne ha limitato l’oggettiva carica rivoluzionaria.

Sinceramente avverto, ancora una volta, l’assenza di una diversa opzione politica alla quale affidare entusiasmo e rappresentanza. Ancora una volta non si vede una “nuova generazione”, non intesa solo in senso anagrafico, capace di rompere con la classe dirigente degli ultimi 15 anni. Manca il coraggio di coloro che potevano e dovevano impadronirsi del PD. Impadronirsene con il coraggio di imporre una classifica di priorità fondata sulle reali esigenze degli italiani, ma quelli che soffrono. Impadronirsene con il coraggio di rompere senza indugio con tutti quelli dal cui nome è derivata una corrente, tutti, nessuno escluso. Impadronirsene con il coraggio di denunciare “senza se e senza ma” i ristagni di illegalità che troppo spesso hanno colpito anche la nostra parte politica. Impadronirsene con il coraggio di dire chiaramente che in questo Paese occorre sbilanciare pesantemente la bilancia sociale verso le nuove generazioni. Impadronirsene con il coraggio di chi non ha paura di essere e definirsi di sinistra. Impadronirsene con il coraggio di interpretare i necessari mutamenti delle moderne democrazie rappresentative, sempre più aperte al coinvolgimento diretto dei cittadini. Impadronirsene con il coraggio di fare una battaglia “per” la Costituzione e per la piena attuazione di tutto quello che in essa è contenuto e dolosamente omesso nella concretezza di tutti i giorni.

In conclusione, sarà giusto votare sia per Bersani che per Franceschini o per Marino, ciò che non è giusto fare è non esserci, non votare, non andare nei gazebo. Solo dal PD potrà venire l’unica alternativa di governo per questo Paese allo sbando. Dico questo perché mi sento un democratico libero non inscatolato in questa o quella corrente, nel senso che talvolta mi sono davvero schifato di talune scelte o omissioni della dirigenza del PD, ma proprio per questo non vedo altre alternative oltre al Partito Democratico stesso.

Il Partito democratico è il progetto politico più vivisezionato della storia dei partiti occidentali. Personalmente ne ho colto il valore esclusivo alcuni mesi fa. Mi trovavo a Reggio Emilia per presentare il mio piccolo libro sulla Costituzione. Il dibattito, organizzato dall’ANPI locale, si svolgeva nell’ambito della Festa dell’Unità. Ci trovavamo in uno di quei grandi gazebo bianchi. Ad un certo punto , ho notato dietro di me, attaccata alla plastica rigida che chiudeva l’area del dibattito una lumaca, ostinatamente attaccata a quella plastica. Ecco, il PD è proprio come quella lumaca. Lento, affaticato, spesso disorientato, ma c’è, esiste, vuole andare avanti e guai se non ci fosse.

Andiamo a votare, comunque la si pensi, ne vale la pena. E’ un modo semplice per ridare un po’ di dignità alla nostra democrazia, violentata da Berlusconi che ha risfoderato l’arma contro la Costituzione Repubblicana.

Chiudo su questo, perché è parte fondamentale del mio impegno politico e civile. Prepariamoci ad una nuova battaglia per difendere la nostra Costituzione, per spiegare a tutti i cittadini che la democrazia è una cosa complessa e articolata ed è bella proprio per questo, perché non può riassumersi nel potere incontrastato di un solo uomo. Io personalmente lo faccio con i bambini delle scuole elementari, perché è a loro che affido la speranza di un domani diverso, più che ai giovani under 30 come me.

Infine, spero che il prossimo segretario del PD non ceda a nessun tentativo di dialogo con Berlusconi, sarebbe mortale per il PD e per la nostra Repubblica.



Congresso PD: farsi un’idea
settembre 10, 2009, 11:04 am
Filed under: Uncategorized

Ammetto che farsi un’idea più o meno chiara sul congresso del partito democratico è opera al quanto difficile. E allora mi sono detto: fatti un giro, ascolta ma soprattutto percepisci che clima si respira.

Ammetto di avere amici e conoscenti sparsi tra le varie mozioni. La maggioranza di questi sostengono la mozione Franceschini. Ma al contempo la gran parte dei Politici con la maiuscola che apprezzo sostengono Bersani (penso a Tocci, Bachelet, Dalla Chiesa e Alessio D’Amato). Marino mi garba. La sua prima lettera di lancio della candidatura mi convinse, ma non riesco a capire il grado di sincerità dell’operazione “Marino”. Sulla persona solo complimenti, sull’operazione molti dubbi. Manca una vera opzione di rottura senza se e senza ma.

L’altro giorno sono andato alla presentazione di “semplicemente democratici” di Roma. Il parterre era stracolmo di persone in gamba e pulite. Paolo Masini, JL Touadi e soprattutto due persone a cui sono profondamente legato: Massimo Rendina e Ferdinando Imposimato. Che dire, ho ascoltato un pò di interventi. Ammetto di non essermi fatto un’idea chiara. Fondamentalmente lo slogan che tornava da parte di molti è stato: non torniamo indietro. Ammetto un pò pochino per capire la sostanza politica che c’è in questa mozione. Al momento a pesare sulla qualità della proposta son più le persone presenti all’iniziativa che non le proposte della lista semplicemente democratici. Spero che maturino nel corso del tempo.

Se mi capiterà andrò ad ascoltare anche qualche iniziativa promossa dalla mozione Bersani e Marino.

Questa volta, non dovendo candidarmi e non potendo partecipare al congresso in quanto non sono iscritto posso decidere liberamente di votare chi mi pare ed eventualmente decidere anche di non votare nessuno.



COSA MI PIACE FARE
settembre 2, 2009, 7:44 am
Filed under: Uncategorized

e così sbirciando sulla rete ho trovato le immagini di un bellissimo incontro che ho fatto qualche mese fa in una scuola elementare. Queste sono le cose che più mi gratificano al mondo.

http://www.scuola126.it/09tarallocostituz.htm



DIRITTO-DOVERE
giugno 7, 2009, 9:45 am
Filed under: Uncategorized

Nella Costituzione c’è scritto che il voto è diritto dovere di ogni cittadino.

Tra un pò andrò ad esercitare questo diritto dovere.

Ovviamente non dirò a chi andrà il mio voto e non faccio appelli di alcun genere.

E’ facile prevedere che non voterò il PDL o la Lega, la mia area di riferimento è altra.

Non mi aspetto grandi sconvolgimenti da questo voto, in positivo intendo.

Il PDL sbancherà non tanto per il voto europeo quanto nelle elezioni amministrative, al nord l’alleanza con la Lega e al sud l’alleanza con l’UDC, consegnerà al centrodestra la stragrande maggioranza degli enti locali chiamati al voto.

Questo sarà il vero sconvolgimento, tra l’altro ben descritto da un articolo  di Diamanti sulla Repubblica.

L’atto finale si avrà con le elezioni regionali del prossimo anno, quando la stragrande maggioranza delle Regioni cambierà colore politico.

A quel punto Berlusconi potrà davvero sentirsi il padrone indiscusso della penisola tutta da nord a sud. governo nazionale, la maggioranza delle amministrazioni locali, più dei due terzi delle Regioni, la capitale d’Italia, il controllo diretto e indiretto di tutte le televisioni. Insomma la massima concentrazione di potere.

Sull’opposizione c’è poco da dire. Non servono previsioni, il futuro dell’opposizione è facilmente interpretabile alla luce dell’immediato passato. Il PD ha perso ogni appeal, va dato atto a Franceschini di aver lavorato per la causa e non per se stesso, ma non basta e non basterà a salvare il suo partito dal tracollo. Purtroppo le scorie della gestione Veltroni e più in generale del veltronismo impediranno ogni miglioramento di prospettiva per il PD. Prova ne sarà la posizione folle del PD sul referendum abrogativo sulla legge elettorale, tipico elemento di continuità con la visione veltroniana della rappresentanza politico-istituzionale.

L’IDV otterrà un buon risultato ma al momento non è chiaro l’uso che saprà farne, l’ottica competitiva con il PD presto stancherà molti elettori ex PD che votando per Di Pietro hanno voluto lanciare un messaggio al PD stesso. Di Pietro dovrà mettere in campo un progetto politico vero, forte, umile, ma che sempre al PD dovrà guardare. Certo, che se dai futuri assetti del Partito Democratico dovesse venir fuori una linea di totale rottura con Di Pietro, a quel punto Tonino dovrà giocare una partita in proprio per la leadership di una diversa coalizione di centrosinistra.

La sinistra uscirà ancor più ridimensionata, e lo dico sinceramente, mi viene da piangere. Sinistra e Libertà si scioglierà, Rifondazione Comunista si chiuderà ancor più nella sua “grotta” ideologica, insomma la botta finale. A tutto questo vorrei aggiungere il fenomeno Grillo, al momento è impossibile pronosticare il risultato delle sue liste civiche.

Per costruire un’alternativa servirà tanta buona volontà, ma soprattutto il coraggio di unire e di unirsi guardando la realtà del nostro Paese per quella che è e non per quella che  vorremmo che fosse.

Oggi voterò, e detto in tutta sincerità non capisco dove sia la differenza sostanziale nel voto che potrei dare al Partito Democratico, all’Italia dei Valori o a Sinistra è Libertà.

Uno spunto per il futuro.



SUL REFERENDUM ELETTORALE
Maggio 26, 2009, 5:33 am
Filed under: Uncategorized

No al referendum elettorale

Il 21 giugno saremo chiamati a votare, ancora una volta, su referendum elettorali. Certo, condividiamo il diffuso giudizio negativo sulle leggi vigenti per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Queste leggi espropriano le elettrici e gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti. Oggi non sono gli elettori e le elettrici a scegliere i parlamentari, questi sono nominati dai capi-partito.

L’attuale sistema elettorale andrebbe trasformato radicalmente, per assicurare alle Assemblee elettive il pluralismo delle forze politiche e la massima rappresentatività del popolo italiano.

A tutt’altro, invece, mirano i quesiti del referendum del 21 giugno, che non riguardano il sistema delle liste bloccate e dunque le confermano. Il vero risultato giuridico del referendum sarebbe quello di consegnare il Paese al solo partito che avesse un voto in più di ciascun altro, attribuendogli più della maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento: con appena il 30 % o il 20% dei voti avrebbe il 54% dei seggi alla Camera. Inoltre dal Senato sarebbero escluse tutte le liste che non raggiungessero l’8%.

Con la vittoria dei sì, si avrebbero un premio di maggioranza e una soglia di sbarramento enormi, senza precedenti nella storia istituzionale italiana e in quella di ogni paese civile. Con tre quesiti, che modificano ben 67 punti delle due leggi elettorali, oscuri nella formulazione ma chiari nella finalità di manipolare il  sistema di voto, si vuole imporre il bipartitismo coatto, al di là dell’effettiva volontà dei cittadini.

Con la  vittoria dei sì, si impedirebbe qualsiasi ulteriore riforma elettorale.

Con la vittoria dei sì, sarebbe confermato un sistema che trasforma una minoranza elettorale in stragrande maggioranza parlamentare (tale da poter agevolmente cambiare la Costituzione a suo piacimento), e che ingigantisce il potere del capo di tale arbitraria maggioranza.

Un siffatto sistema elettorale viola la Costituzione, e deve essere rifiutato: il referendum deve fallire, attraverso la non partecipazione al voto o il rifiuto della scheda, per impedire la cancellazione della democrazia parlamentare e per rendere possibile una riforma elettorale che restituisca la parola ai/alle cittadini/e.

Gianni FERRARA, Pietro ADAMI, Cesare ANTETOMASO, Gaetano AZZARITI, Francesco BILANCIA, Claudio DE FIORES, Tommaso FULFARO, Domenico GALLO, Orazio LICANDRO, Enzo MARZO, Mario MONTEFUSCO, Francesco PARDI, Alba PAOLINI, Gianluigi PEGOLO, Pino QUARTANA,Franco RUSSO, Giovanni RUSSO-SPENA, Cesare SALVI, Lorenza CARLASSARE, Mario DOGLIANI, Roberto LA MACCHIA, Mattia STELLA, Massimo VILLONE, Paola MASSOCCI,Domenico GIULIVA, Andrea AIAZZI, Bruno MASTELLONE, Sergio PASTORE, Luigi GALLONI, Silvio GAMBINO, Paolo de SANCTIS, Aldo FAPPANI, Michele CHILLEMI, Roberto PORTA

Per adesioni

fs.russo@tiscali.it

Roma 20 maggio 2009